Giovedì, 21 Giugno 2018

Giuseppe Chichi, maestro saggio e sapiente

Tutti lo chiamavano “maestro”, lui si scherniva definendosi “maestrucolo”, ma in realtà valeva più di un docente universitario, perché ha sempre insegnato ai bambini della Buonarroti e della De Amicis, mettendo in pratica la lezione del filosofo Wittgenstein, che alla cattedra universitaria preferì quella elementare.
Lo conobbi mentre si arrampicava lungo la scaletta segreta che dalla sacrestia del Duomo conduce alla Biblioteca Capitolare, fummo soci nel Circolo Numismatico ed ebbi l’onore di essere cooptato come traduttore, impresa ardua ma stimolante, delle numerose lapidi, manoscritti, manufatti inerenti il nostro Duomo, da lui meticolosamente catalogati e trascritti in una monumentale raccolta che spero possa essere pubblicata postuma.
Della sua “humanitas” e della sua “humilitas” altri hanno parlato e ne parleranno, qui mi preme ricordarlo come amico, dispensatore prima di fiducia e poi di saggezza, ma soprattutto di sapienza.

Antonio Sala